La Thailandia ci è rimasta particolarmente impressa. Crediamo ci sia un motivo per cui tanti viaggiatori si innamorano di alcuni paesi asiatici e ci tornano ancora e ancora. Probabilmente questo motivo è da ricercare nella semplicità della vita di popoli che abitano montagne, risaie e giungle. È da ricercare nella vicinanza con la natura, nel ritorno all’essenziale, è da ricercare in esperienze ai limiti della società e del mondo civile: villaggi senza acqua corrente ne energia elettrica, dove l’unica fonte di luce sono il sole di giorno e la luna e le stelle di notte. Ecco, noi siamo riusciti a vivere per due giorni e una notte con gli abitanti di una tribù in un villaggio di questo genere.
Ormai lo sapete, nei nostri viaggi cerchiamo sempre di avvicinarci il più possibile alla cultura del popolo che visitiamo e mentre organizzavamo il nostro viaggio in Thailandia di poche cose eravamo sicuri: volevamo vivere con una tribù locale, volevamo conoscere le loro abitudini, mangiare con loro e dormire come loro. Volevamo anche perderci nella giungla thailandese per esplorare flora e fauna, farci la doccia di prima mattina sotto una cascata e lavarci i denti nel fiume. Quando organizzavamo il viaggio cercavamo solo un po’ d’avventura ma è successo proprio tutto questo ed è stato incredibile. Vi raccontiamo come è andato il primo giorno con gli elefanti in Thailandia.
In Thailandia con Jittakorn Nanta
Sono le 7 di mattina, il caffè americano è pronto, noi siamo in piedi e stiamo facendo colazione. Una volta finito di ingozzarci, ci vestiamo con il materiale più tecnico sul mercato (più o meno) e riempiamo il nostro zaino: ci aspettava una notte nella giungla e volevamo essere il più preparati possibile ma, ovviamente, ci siamo riusciti solo in parte. Jittakorn Nanta, la nostra guida, arriva puntale sotto il nostro hotel a Chiang Mai a bordo di un pick-up, si ferma e ci urla:”ehi guy, jump on!” Saltiamo sul retro del pickup e mentre ci reggiamo a qualche corda di fortuna, capiamo subito che tipo di esperienza avremmo vissuto.
Il Doi Inthanon National Park, la montagna più alta della Thailandia
Usciamo dalla città. Inizia la strada sterrata e le buche ci fanno sorridere istericamente ai cenni di approvazione che il nostro Jittakorn ci manda da davanti. La nostra destinazione è la montagna più alta della Thailandia: il Doi Inthanon. Nonostante gli insediamenti umani e i campi coltivati, l’intera montagna è un parco nazionale, il Doi Inthanon National Park, è qui che incontreremo la tribù Karen e i loro elefanti.
Durante il tragitto ci fermiamo in un mercato all’aperto per gli ultimi acquisti necessari: un machete, uno spray anti-insetti, cappello, corde etc. L’idea di comprare un machete mi assale ma lo sguardo di Germana, in totale opposizione con la mia eccitazione, mi fa desistere dal desiderio. Altri backpackers salgono sul nostro pick-up e ci dirigiamo verso il santuario degli elefanti in Thailandia.
La giungla ci avvolge, alziamo il occhi e il cielo limpido lascia spazio e una intricata rete di rami e foglie, il nostro pick-up avanza e noi siamo pervasi da un senso di benessere.
Incontro con la tribù Karen
Il pickup si ferma e noi insieme ad altri ragazzi veniamo accolti dai locali, conosciamo qui alcuni membri della tribù Karen. Indossano spesse tuniche di diversi colori con la scollatura a V, ci vengono incontro porgendoci acqua fresca.
Ci sentiamo subito a nostro agio, considerando che sono popoli del “quarto mondo” non è cosa da poco e la loro premura ci lascia particolarmente contenti. Questa tribù vive nelle pianure delle valli e la loro economia è composta da riso, ortaggi e allevamento del bestiame, tra cui gli elefanti ai quali a breve verremo introdotti.
Ci invitano ad indossare il loro vestiario e ci fanno sedere in cerchio sotto una capanna di legno offrendoci il pranzo.
È un momento particolare, con noi ci sono altri giovani europei, la distanza culturale che ci separa da queste persone è assoluta, ma noi parliamo e scherziamo come fossimo amici da sempre, a dimostrazione che l’essere umano è “fatto” di rapporti sociali che vanno conservati, costruiti e alimentati.
Nel santuario degli elefanti in Thailandia
Era nostro assoluto interesse non sfruttare in nessun modo gli elefanti che in Thailandia purtroppo sono spesso maltrattati con addestramenti severi e poi “usati” come attrazione turistica. Per questo abbiamo scelto Jittakorn che non propone nessuna attività che va contro la nostra etica.
L’alimentazione degli elefanti thailandesi, che sono molto più piccoli di quelli africani, è composta da foglie di alberi, erba, frutta e bambù. Molto importante per la loro dieta è un lassativo. Gli viene somministrato dai locali tramite un tranello: nascosto in una banana della quale sono ghiotti. Questi pachidermi mangiano tantissimo ma riescono a digerire meno della metà di quello che assumono, per questo hanno bisogno di questa “medicina”.
Iniziamo sotto la nostra capanna la preparazione del composto e ci prepariamo ad aiutare i locali con cesti di banane e bambù.
L’incontro con gli elefanti in Thailandia
Una volta pronto, arriva il momento dell’incontro. Li abbiamo conosciuti nel loro ambiente naturale, senza recinzioni, senza corde o catene. Questa era la cosa più importante per noi. Quello che abbiamo notato è che il rapporto che la tribù ha con gli elefanti è paragonabile a quello che noi abbiamo con i nostri animali domestici.
Aiutiamo i locali a dargli da mangiare e nel mentre veniamo travolti da uno dei cuccioli particolarmente dispettoso che voleva attirare a tutti i costi l’attenzione, adorabile.
La nostra sete di avventura viene saziata definitivamente quando ci dirigiamo verso il fiume.
A questo punto, acqua, fango e sanguisughe ci sommergono, Jittakorn si tuffa nel fiume, noi lo seguiamo, gli elefanti seguono noi. Ci troviamo come in una piscina di bambini dove tutti si schizzano l’acqua a vicenda ma i componenti del nostro gruppo sono membri della tribù Karen, elefanti e altri ragazzi europei. A dir poco surreale poter giocare con gli elefanti nel fiume, in realtà il fine era lavarli ma ci siamo lasciati prendere dalla situazione.
L’esperienza vissuta con la tribù e gli elefanti ci ha insegnato tanto ed è sicuramente stata una delle parti più indimenticabili del nostro viaggio in Thailandia.
Lasciamo l’oasi degli elefanti con un altro ragazzo thailandese che ci guiderà nella giungla fino al prossimo villaggio dove passeremo la notte. Durante il trekking mangeremo formiche vive (eh già), cammineremo tra le risaie e faremo il bagno in acque incontaminate. Leggi la nostra storia!
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