In Canada lavoravo come cuoco, lavoravo in un ristorante fico, rinomato, nel quale iniziai come aiuto cuoco. Il posto non era molto grande e in cucina due persone erano sufficienti, bisognava correre come pazzi, ma diciamo che bastavano.
Un giorno arriva lo chef, mio grande amico nonché mentore, e mi fa: “me ne vado” e io: “come te ne vai, no John, non puoi andartene rimarrò solo come faccio? questi me se magnano (dissi proprio così in inglese), non ce la posso fare da solo”, lui mi rispose: “you will be fine“, così come era solito rispondere, poche parole, le essenziali, quelle giuste praticamente sempre e se ne andò, che grande che era John.
Rimasi da solo e il gestore faticò a trovare qualcuno che facesse da primo cuoco così, costretti dalla situazione, lasciarono me da solo in cucina. Disastro, piatti per terra, clienti che si lamentavano, panico, fuoco… no, in realtà no, non so come sia stato possibile ma me la cavai bene, discretamente bene aggiungerei, dal momento che di lì a poco smisero di cercare il primo cuoco e iniziarono ad affiancarmi altri ragazzi come aiuto. Diventai, incredibilmente, io, quello che necessitava di aiuto, e non quello che aiutava. Non scriverò che diventai il “primo cuoco” per rispetto verso chi è davvero un primo cuoco, io sono solo un ragazzo che ci ha provato e in parte c’è riuscito. Ah, piccolo particolare, non ero mai stato in una cucina prima di allora, mai. Allora, magari la domanda potrebbe essere, come diavolo hai fatto?
Oltre alle mie innate ed incredibili doti in cucina, solo tanto impegno e dedizione al lavoro con l’aggiunta di una piccola cosa che mi fu fondamentale, una cosa in grado di permettere a chiunque di fare praticamente qualsiasi cosa, un cosa incredibile: una checklist.
Tutto ciò che ti serve è un metodo
Secondo me (non credo solo secondo me ma comunque) qualsiasi cosa può essere portata a termine nel modo corretto attraverso un sistema. Per sistema intendo un metodo, un modo di fare le cose, una strategia di risoluzione, dei passaggi, già testati, da seguire per portare a termine il tuo lavoro, in poche parole, una checklist.
Il lavoro in cucina è massacrante e molto difficile, ho scoperto che l’atmosfera è veramente quella di Hell’s Kitchen di Gordon Ramsay, è un ambiente militare, ma perché? Perché la difficoltà non è data quasi mai dal piatto in sé (tranne quando parliamo di ristoranti stellati o di piatti particolarmente complessi), la vera difficoltà è data dalla mole di lavoro che bisogna gestire. Non è l’ordine in sé ad essere difficile ma la quantità di ordini tutti insieme. 1 piatto di pasta è semplice, 10 piatti di pasta, 8 antipasti, 3 dolci etc da fare contemporaneamente rispettando dei tempi, cominciano ad essere complessi.
L’unica cosa che fa funzionare questa macchina è un metodo. Con il giusto metodo, infatti, anche un pivello come me è riuscito in un ambiente a lui totalmente estraneo come la cucina. Un giusto metodo può essere “visualizzato” attraverso le checklist.
L’importanza delle checklist
Se c’è una persona che ha contribuito a rendere noto il loro giusto valore, questa è il chirurgo Atul Gawande, autore di “The Checklist Manisfesto”. Gawande iniziò a ragionare sulle checklist quando l’organizzazione mondiale della sanità (ormai nota a tutti, purtroppo) chiese a lui e al suo team aiuto per un progetto che mirava a ridurre le morti durante le operazioni chirurgiche. Se ne uscirono creando una checklist di 2 minuti composta da 19 passaggi che distribuirono a 8 ospedali nel mondo, dalla Tanzania all’università di Washington. I risultati di tutti gli ospedali dopo averla adottata furono incredibili: le complicazioni durante le operazioni si ridussero del 35% mentre la mortalità del 47%.
Ho scoperto nel tempo che le checklist vengono utilizzate in tantissimi ambiti. Chiedete ad un pilota di aerei per esempio, vi dirà che prima del decollo, prima dell’atterraggio e durante il volo, ha delle checklist da completare. Lo stesso gli ingegneri che progettano grattacieli fino agli astronauti, tutti utilizzano delle checklist.
Ora, magari non dovrai far atterrare un lander su un altro pianeta, ma una checklist potrebbe comunque tornarti molto utile.
Il nostro cervello è perfetto per molte cose ma non per ricordare. Le checklist liberano la mente dallo stress di ricordare che tante situazioni generano. Permettono di focalizzarci sui passaggi essenziali di una data attività e non dimenticarli. Sono utili per non sprecare energie mentali durante un lavoro solo per ricordarne i vari passaggi, del tipo: “cosa devo fare ora?” oppure “cavolo ho dimenticato di…” o semplicemente ci ricordano cosa dobbiamo fare oggi (le to-do list).
La più importante di tutte
La cosa strabiliante è che si possono fare checklist per qualsiasi cosa, ne ho fatte diverse ma ce n’è una che mi ha svoltato tutto.
La checklist per le cose da mettere in valigia. È la checklist essenziale, quella più importante, non dimenticherai mai più lo spazzolino da denti, non perderai mai più tempo a pensare “ho preso tutto?” con lo sguardo verso l’alto, la mano sul mento e la bocca aperta da ebete. E indovina? ho quella che fa per te, quella perfetta, la migliore di tutte, la nostra.
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A parte gli scherzi le checklist sono fondamentali e la nostra non è da meno.
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