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Smetti di aspettare

Mi sembra che ci sia una perenne attesa. Attesa del fine settimana. Attesa delle ferie. Attesa della busta paga. Attesa delle vacanze di natale. Attesa dell’estate. Attesa di un cambiamento e di una vita migliore. Un rimando continuo della felicità, come se dovesse essere qualcosa da raggiungere piuttosto che appartenerci nel presente. Il presente non ci piace quindi rimandiamo il raggiungimento del benessere ad un momento non ben specificato nel futuro. È assurdo.

Qual è il senso di aspettare costantemente qualcosa? È un comportamento completamente irrazionale. Teoricamente, banalmente (o forse no), basterebbe fare invece di aspettare. Vuoi qualcosa? Te la vai a prendere, non è che aspetti nella speranza che le cose cambino da sole. Se la tua condizione attuale non ti soddisfa, la cambi. Se non vedi l’ora che arrivi il venerdì, c’è un problema nella situazione che stai vivendo in quel momento e quindi va cambiata.

Il tempo giusto è ora

Prendiamo un esempio a caso: non ti piace il tuo lavoro. Sostanzialmente si possono fare due cose:

  1. Aspettare che succeda qualcosa che cambi la situazione attuale vivendo nella speranza di un futuro migliore.
  2. Usare quel lavoro come mezzo per raggiungere ciò che realmente ti interessa.

Analizzando il primo caso probabilmente diremmo: “adesso cambio”, “sto cercando altro”, “voglio assolutamente cambiare”, “alla fine del mese me ne vado”, “a gennaio (o settembre) comincio a mandare curriculum”. Ma nel concreto aspetteremo. Procrastineremo quello che dovremmo portare a termine perdendo tempo (la risorsa di maggior valore in assoluto), sviluppando l’abitudine a posticipare attività o progetti nell’attesa che il futuro li risolva. Queste persone sopravvalutano il tempo a loro disposizione e preferiscono aspettare “il momento giusto” piuttosto che il “qui ed ora“.

Le persone sono spaventate dal cambiamento, ecco perché aspettano. Ovviamente il cambiamento è più pericoloso, difficile, ma, parafrasando un modo di dire: “nessuno paga per delle montagne russe piatte”. La cosa più pericolosa che puoi fare nella vita è andare sul sicuro. Le ricompense sono direttamente proporzionali ai rischi che si prendono.

Se stai fermo non succederà nulla, il futuro non cambierà le cose da solo, il movimento e l’azione sono necessari.

Cosa fare quindi?

La costante deve essere il miglioramento. Se il mio obiettivo è migliorare, non passo tempo a lamentarmi di cosa non va, prendo consapevolezza del problema e mi applico per risolverlo. Se non mi piace il mio lavoro non vivo nell’odio e nell’arrabbiatura, consapevole della situazione, mi organizzo per “sfruttare” la condizione attuale affinché sia il tramite per raggiungere ciò che voglio. Essere rinunciatari e aspettare non migliorerà la condizione attuale (ovviamente) anzi, impedirà di focalizzare il tutto e di trovare una soluzione.

Una pratica che trovo molto utile è scrivere. In questo caso si parla di obiettivi e lo schema si presenterebbe più o meno così:

Obiettivo da raggiungere

Passi per raggiungere l’obiettivo:

È importante scomporre l’obiettivo finale il più possibile definendo dei passi che siano volutamente semplici da portare a termine.

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Il tempo giusto è ora. Il momento giusto è sempre adesso.

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